Il Prunent di Ca' da l'Era e i Cantinitt di Megolo
Ci troviamo esattamente a Megolo di Fondo, una piccola porzione di paese che con Megolo di Mezzo e Megolo di Cima, formano una delle frazioni di Pieve Vergonte. Al confine con Anzola d’Ossola, Megolo ospita uno dei luoghi più unici che rari. Stiamo parlando dei Cantinitt, un nucleo storico ormai semi abbandonato in cui tra le rovine della “giavina” ovvero la frana, si è scavato e costruito agli inizi del 1700 in piccoli edifici in pietra viva, casette senza finestre, di solo un piano con il tipico tetto in piode. La loro architettura li rende infatti unici nella loro semplicità e in completa armonia con la montagna fino quasi a fondersi. Il loro utilizzo era destinato alla conservazione del vino, ma anche di salumi e formaggi, perché grazie alla loro speciale conformazione, le correnti d’aria incanalate tra le rocce, consentivano di mantenere la temperatura costante sia d’inverno che in estate.
Foto di Romeo Monti, 1904
Fonte: archiviodelverbanocusioossola.com
Il piccolo e grazioso borgo oggi è purtroppo in stato di abbandono, infatti gli ultimi ricordi di feste risalgono al 2004. Era in estate che i Cantinitt si trasformavano in freschi luoghi in cui trascorrere le domeniche a bere il vino dolce “merican”, e a mangiare formaggio, salumi e castagne. Il 10 agosto il paese si vestiva a festa per il Santo Patrono di San Lorenzo in cui era usanza ballare e cantare al fresco delle pergole.
“Un’orchestrina intonava i motivi tradizionali che accompagnavano il ballo, un tempo su terra battuta e poi su una semplice balera di cemento. Sotto i castagni si espandeva l’invitante e irresistibile profumo delle costine, cotte sulla grande griglia, innaffiate dalla “sau”, il prelibato condimento di olio e spezie di cui si conservava tenacemente il segreto: arrivavano sulle tavole accompagnate dal vino conservato nelle fresche cantine, con il nustran e i salumi e, fino a tarda notte, gli avventori trascorrevano le ore d’estate seduti sulle panchine in sasso, attorno ai tavoli anch’essi in sasso, godendosi la fresca brezza che scendeva dalla montagna tra i rami dei castagni. Il tempo trascorre inesorabile e, da qualche decennio, i cantinitt non vedono più il loro rifiorire per San Lorenzo, andando sempre più verso l’oblio: le erbacce e i rovi stanno invadendo tutta l’area, i tetti in piode cominciano a presentare dissesti e cedimenti e un altro angolo caratteristico della vecchia Pieve sta scomparendo. Si parla, ogni tanto, di riattivare la caratteristica festa ma, forse, è solo un bel sogno che, come tutti i sogni, svanisce all’alba.”
Trattto da “Il Rosa” testo di Attilio de Matteis.
Foto di Romeo Monti, 1900
Fonte: archiviodelverbanocusioossola.com
Ed è proprio il 2020 l’anno della svolta. Dopo tante ricerche io e mio marito Marco affascinati ed innamorati di questo luogo incantato abbiamo avuto gentilmente in concessione da un megolese doc, uno dei Cantinitt. Avere in mano la chiave di una di queste piccole cantine è una sensazione unica, in questi luoghi si respira un’aria magica, un’aria che trasuda storia, trasuda vite passate, trasuda tradizioni quasi dimenticate. La nostra intenzione è quella di lasciare il Prunent a riposare tra la quiete e il silenzio, portandovi poi a visitare questi luoghi incontaminati.
Ci auspichiamo che in futuro si possa fare qualche cosa di più per poter mantenere lo stato di conservazione attuale di questo nucleo storico e si possa perché no, ritornare a fare festa come ai vecchi tempi.
Nel frattempo vi porteremo noi alla scoperta di questi luoghi abbandonati che trasudano storie di vite passate assolutamente da conservare e da mantenere vive con una breve gita ( in auto) in cui vi racconteremo tutte le curiose storie legato a questo luogo magico.